Il Derby di Los Angeles viene riservato per occasioni importanti: opening night, Xmas Day.

Ma non solo Clippers vs Lakers nella programmazione natalizia della NBA. A proposito di Natale: non risulta arrivata nessuno protesta ridicola dai Police Departments delle città coinvolte; un po’ perchè solo in Italia si assiste a certe pietose manfrine, un po’ perchè le franchigie hanno una cospicua security privata, non collusa coi fossaioli o con alcuna frangia di pubblico, per giunta. Dopo questa breve introduzione per far capire che non solo la Nazionale o i vivai sono necessari per far risalire il basket italiano, ma serve un sistema del tutto nuovo, e possibilmente privato, ecco le indicazioni arrivate dalla nottata NBA.

Lakers e Houston…ma siete sicuri? Come già esposto in queste pagine, sia HOU che LAL necessitano con urgenza di un pezzo. Per i Rockets serve un allenatore nuovo, per i Lakers una guardia in grado di costruirsi tiri dal palleggio.

Gli Hardeniani stanotte hanno completamente sbracato nel secondo tempo, facendosi rimontare e superare senza troppa difficoltà da una delle tre peggiori squadre della NBA. I GS Warriors sono in tremenda difficoltà causa infortuni, ma hanno anche la mente assai leggera: la stessa cosa non si può dire dei Rockets, che perseverano nel loro basket di triple e proteste senza riuscire a darsi una vera organizzazione di gioco. Dopo mins 5:30 di gara Westbrook aveva tirato 9 volte (una volta ogni 36 secs…), con 6 ferri: ha terminato con 32 spari totali di cui solo 12 a segno. Russ ha tirato 14 volte più di Harden: può capitare, in un’ottica di leaderhip alternata e di riduzione, ogni tanto, della mole di fatica della Barba; quel che non deve capitare è che tiri 8 volte da 3 mettendone 0, mentre JH fa 6/10. Queste sono cose di competenza (…) di un coach, figura che a HOU manca dato che D’Antoni è del tutto inefficace nel disciplinare la difficile armonia delle due Stelle, in particolare la furia cieca del moto perpetuo di Westbrook. I Rockets, visto che protestano di continuo e rendono le partite eterne (costanti a filo dei 140 mins), passano per essere una formazione che dà tutto in difesa: errore. Sono, tagliando i decimali, a 119 ppg segnati e 114 subìti: il che significa che, senza l’assurda tutela concessa ad Harden che usufruisce di 12 liberi/gara, loro perdono. Infatti stanotte per La Barba solo un libero, e sconfitta.

Meno diplomaticamente complessa la necessità dei Lakers: una sg anche di medio livello, non necessariamente una Star. Anzi, meglio forse non sia una Stella: Bradley Beal, per esempio, farebbe fatica ad adattarsi alla regola gialloviola che vuole LBJ capo di tutto, e per secondo assoluto il Monociglio. Un giocatore con capacità offensive rapide e non bisognoso di tanti minuti in campo per rendere: l’ideale purtroppo lo hanno i cugini, Lou Williams. Lakers aggrappati alla speranza che nè James nè Davis abbiano a che fare con troppi contrattempi fisici (LeBron starà fuori ancora, sembra riacutizzato lo storico problema muscolare al bacino), ma ormai consci che una guardia abile dal palleggio serva. Le soluzioni interne possibili non sono adeguate: Caruso e Cook non hanno il talento, KCP o Green non hanno le caratteristiche necessarie. Anche LAL ha ceduto, meno di schianto, nel secondo tempo: a fare male è stata la follia degli attacchi negli ultimi 5 mins. E’ iniziata con un assurdo tiro da 3 di James nei primi secondi di un attacco: un tentativo su un piede solo cadendo all’indietro quando la squadra era sul +7; è proseguita con Il Prescelto e Davis a sparare da fuori, subendo l’aggressività difensiva dei Clippers, in particolare Beverley (che ha scippato a James la palla del possibile pareggio a 3 secs dalla fine) e Harrell (che ha tenuto Davis lontano dal canestro per tutto il quarto periodo). Non solo Kawhi e George nel motore dei Clippers: sono la squadra meglio disegnata della NBA, hanno un motore fatto di talento ma anche tanta cattiveria, oltre che raffinatezza tattica. Doc Rivers ha molti difetti, ma a volte dei colpi di genio: il progresso pazzesco registrato da Harrell sotto la sua guida deriva dalla grande volontà del giocatore e dal fatto che Doc gli ha fatto dimenticare ogni pretesa da pf e lo ha reso un centro puro per ruolo, con la mobilità e la figura di una sf. Se è  vero che i Clippers hanno già 10 sconfitte, è altrettanto vero che solo 15 volte hanno potuto schierare Kawhi e George insieme (bilancio: 12-3); dall’altra parte i Lakers hanno accumulato più di metà delle loro 7 sconfitte tutte nelle ultime 10 partite, quelle senza Kuzma per 5 gare, LeBron per 2.

Altra sorpresa il riscatto dei Pelicans, che non hanno schierato Zion nemmeno a Natale. Personalmente comincio a pensare che lo vedremo solo il prossimo anno. I Pels sono la quinta peggiore squadra NBA, ma hanno materiale per ben sperare nel futuro. Brandon Ingram sta dicendo al mondo di far parte del primissimo livello, con una stagione personale strepitosa: 25-7-4 di media, 31-7-2 con 7/9 da 3 stanotte, per rovinare il Natale di Mike Malone, coach di Denver fresco di rinnovo ricchissimo. La gara è sempre stata in equilibrio, Nola è venuta fuori nel quarto periodo, ovvero quando Denver ha visto precipitare il rendimento di Jokic, che davvero stenta a trovare una forma decente quest’anno.

Serataccia per Milwaukee a Philadelphia. I Sixers hanno azzeccato la difesa su Antetokounmpo: hanno posto grande enfasi non sull’uomo di prima assegnazione, ma su colui che era demandato non a raddoppiare, bensì a blitzare il Greco, che ha avuto troppa fretta di uscire dalla rete ed ha sparato un orribile 8/27 dal campo; lo Pterodattilo è stato poco efficace anche in campo aperto: deve smettere di abusare dello euro-step, perchè usa sempre quel movimento e gli avversari sanno bene quali traiettorie userà. Contemporaneamente alla bella difesa, i Sixers hanno avuto una serata da 3 pti notevole: 21/44. Milwaukee è squadra che, difensivamente, mira a negare a prescindere il pitturato agli avversari, sfidandoli al tiro dall’arco: stanotte la % dei Sixers ha vinto la scommessa.

Su cinque gare la squadra dal record migliore ha sempre perso, nel Xmas Day 2019. Solo una ha vinto: i Boston Celtics, che, dopo esser partiti sotto 0-10 a Toronto, hanno asfaltato con progressione quasi geometrica i Canadesi. Attenzione, perchè Boston non ha la profondità di talento che ha Milwaukee e che hanno le prime 3 o 4 squadre dell’Ovest, ma quante squadre possono dire di avere tre AllStar in quintetto? A prescindere dal fatto che poi siano selezionati o meno, Jaylen Brown, Jayson Tatum e Kemba Walker hanno tutti rendimento da primo quintetto Eastern Conference. In particolare, a mio modo di vedere, è finora impressionante la stagione di Brown: 20-7-2 col 51% dal campo e il 39 da 3; stanotte 30-6-4 con 5/6 da 3 e un’autorità da giocatore molto più esperto dei suoi 4 anni nella NBA e 23 anagrafici. Contando che i Celtics sono secondi ad Est senza aver mai avuto per più di 3 gare in fila la possibilità di schierare il quintetto base ideale (stanotte era fuori Marcus Smart, e lo sarà ancora per qualche gara), che sono allenati da un coach con i fiocchi e che hanno un pino non celebrato ma  molto numeroso e duttile…beh, sono qualcosa di più che una minaccia ipotetica per le Conference Finals orientali.