Nenche un paio di ore dopo la notizia del conferimento del premio Fip ad Oscar e Luca Corsolini ha lasciato “volare” le dita sulla tastiera per condividere i suoi ricordi del campione brasiliano e non solo… Ecco qui di seguito il post di Corsolini

Ovviamente, ricordo tutto. Ovviamente, mi vergogno un po’di aver perso i contatti con Oscar e la sua famiglia che non sono stati, sono una ricchezza della mia vita.
Mi ricordo il coro della curva L’orgoglio di essere meridionali che io cantavo a Milano questa volta si’, senza vergogna. Mi ricordo la trasferta da Cantu’a Villeurbanne col pensiero che Oscar per le regole di allora non potesse entrare in Francia. Giamcarlo Santi mise tutti in pace: Tranquilli, in dogana troviamo un finanziare di Maddaloni. Così fu: fece storie, poi capi, e allora Oscar di qua, Oscar di la’, ovviamente con l’accento sulla a. Mi ricordo Atene: non ce l’avevo con Petrovic, mi dispiaceva per Caserta e soprattutto mi dispiaceva per lui, Oscar. Mi ricordo quando vincemmo assieme il premio Nelson mandela contro il razzismo per uno sport in cui dicevamo Il basket e’un sorriso, sorridi al basket. E lui ritirando il premio, eravamo nel 91, venticinque anni fa, lui avanti al gruppo come solo i grandi sanno essere, disse: ho un figlio terrone nato a Caserta e una figlia poletona nata a Pavia. Si prenderanno in giro tutta la vita, saranno sempre fratelli. Mi ricordo come une ferita lo scudetto e devo spiegare perche’: mi scocciava che si dicesse che con Oscar non si poteva vincere, perche’in realta’lui e’stato l’ombrello sotto al quale e grazie al quale sono cresciuti tutti. Mi ricordi i venerdì al Mc Donald’s di corso Vercelli a Milano, un appuntamento privato che era ormai diventato pubblico. Mi ricordi quanto mi ha fatto godere il giocatore e quanto mi ha fatto innamorare la persona. Tutta la famiglia a dire il vero mi ha fatto innamorare. Mi ricordo quel mattone sul tavolo nella casa di San Paolo: gli americani,m che non sono poi sempre fessi, gli hanno regalato la prima pietra quando demolirono il palasport di Indianpolis perche’gli dissero, con ammirazione, che in realta’la demolizione l’aveva cominciata con lui battendo gli Usa nei Panamericani. Mi ricordo e ci ricordiamo ognuno il suo Oscar, e tutti insieme Oscar. Con l’accento sulla a. Chiedo scusa per la lunghezza di questa dichiarazione, ma come canta quello certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano dove tutto e’cominciato. Caserta, Palamaggio’, la curva che canta L’orgoglio di essere meridionali. Ci vediamo domenica a Caserta: per un selfie, un pianto, un sorriso, qualche canestro da 3 (Luca Corsolini)