Nel secondo dei quattro posticipi del ventitreesimo turno, la Virtus Roma si ferma di nuovo, sconfitta ancora per mano di una formazione siciliana, ancora di un punto e ancora una volta senza riuscire a realizzare l’ultimo tiro.

La squadra romana palesa, una volta di più, i propri limiti caratteriali e strutturali, non solo per aver concesso l’ennesima serata di gloria ai tiratori avversari (16/31 dal perimetro), ma soprattutto per la sufficienza con cui ha affrontato i minuti decisivi di questa importantissima sfida, identica, per atteggiamento, a tante altre partite terminate con il medesimo finale.

Per Trapani, dopo le facili vittorie con Siena e Cassino, arriva il meritatissimo tris, prezioso per il morale e per restare agganciati al treno playoff a quota 24 punti al pari di Biella e Scafati, che si affronteranno al PalaMangano il prossimo 6 marzo. Nella serata in cui Ayers e Renzi hanno dato il minimo sindacale, i granata hanno trovato le risposte giuste da Pullazi, Czumbel e dal non ancora 19enne Miaschi, 7 punti di media stagionale ma autore di una prova “monstre” da 26 punti in 28 minuti con un fantastico 6/9 dall’arco, prestazione vagamente somigliante a quella dell’ala Castelluccia nella disgraziata trasferta della Virtus sul campo di Cassino.

LA GARA Privo del playmaker Clarke, coach Parente otteneva un buon surrogato dalla coppia di esterni Czumbel-Miaschi mentre i lunghi di coach Bucchi, almeno inizialmente, facevano pentole e coperchi. Si andava in altalena per tutto il primo periodo, con Trapani che trovava un paio di guizzi di uno spento Ayers ma senza mai riuscire a staccare i giallorossi.

Nel secondo quarto, con l’ingresso di Marulli aumentava il ritmo offensivo dei padroni di casa e coach Bucchi, sempre privo di Sandri, gettava nella mischia Prandin per un malconcio Chessa, senza però riuscire ad alzare l’intensità difensiva.

Quintetti atipici, difese tattiche e molti cambi difensivi per i siciliani, che facevano di necessità virtù e sopperivano in maniera assai brillante all’assenza del proprio regista titolare e alla serata negativa di Renzi, autore del suo primo canestro soltanto al 16’, una tripla non banale che valeva il 41-31. Era il momento di maggior sbandamento per gli ospiti, che scivolavano addirittura lontani 15 punti sotto i colpi di Miaschi e ancora di Renzi, ma riuscivano a ridurre parzialmente il divario sfruttando prima un fallo tecnico comminato a Pullazi, poi trovando con Santiangeli la tripla della speranza da centrocampo, proprio sulla sirena di metà partita (54-45).

Nel terzo periodo, dopo la prevedibile strigliata di Bucchi negli spogliatoi, Roma giocava con ben altra ferocia, aggredendo con energia ogni pallone; in poco più di 5 minuti Moore e soci mettevano la testa avanti (59-61) dando la sensazione di poter controllare un’avversaria col fiato corto.

Roma nascondeva il proprio canestro per 3 minuti allungando fino al 61-72 con le triple di un indiavolato Santiangeli, rigenerato dal buzzer beater di metà gara. Il parziale di 27-10 con cui Roma archiviava il terzo quarto lasciava presagire un finale in discesa e l’ottima apertura dell’ultima frazione (69-81 al 32’) sembrava confermare questa sensazione.

La presenza di un intimidatore d’area come Sims aveva spesso vanificato il gioco interno dei granata ma Roma, di fatto, da quel momento staccava inspiegabilmente la spina, dimenticando di mettere pressione sul perimetro; Marulli e Pullazi, un ex col dente sempre avvelenato, ringraziavano dando il via alla clamorosa rimonta e con 12 punti consecutivi trovavano l’insperato pareggio a quota 81. Erano passati appena 2’24” e il pubblico di casa ricominciava a spingere per gli ultimi 5 minuti.

Roma era tornata di colpo la squadra timida e impacciata del secondo periodo. Sims si dannava contro l’energico Mollura, pasticciando quei pochi palloni servitigli male dai compagni. Czumbel, altro 19enne in serata di grazia, sferrava la tripla del sorpasso (86-84) riacciuffato qualche secondo più tardi dalla lacrima di Moore, ma era ancora il giovane playmaker, dalla lunetta, a sparigliare i conti.

C’era il tempo per costruire il tiro della vittoria ma Moore si avventurava in area subendo la stoppata di Mollura che però non controllava la sfera. Nuovo time out giallorosso per cercare di disegnare la rimessa vincente, Santiangeli si smarcava sotto canestro e, pur servito con colpevole ritardo da Baldasso, trovava la parabola giusta ma il canestro veniva invalidato per una precedente infrazione di passi del numero 33 romano.