Nella notte NBA due “prime volte dopo tanto tempo” e un’altra bella prova di Marco Belinelli.

 

BARCLAYS CENTER, BROOKLYN-NY. ATLANTA HAWKS 104 –BROOKLYN NETS 116

Nello splendido palazzo dei Nets, prima della gara, si è celebrata la storia 50ennale della franchigia. IL 23 ottobre 1967, infatti, gli allora New Jersey Americans giocarono il loro primo match nella American Basketball Association. La celebrazione ha portato bene, dal momento che, con la W vs Atlanta, i Nets hanno potuto rompere una striscia negativa impressionante: era dal Novembre 2014 che non avevano un record vincente, quasi 3 anni senza essere sopra al 50% di W sulle L. Sul conto dei Nets, che hanno giocato senza lo sfortunatissimo Jeremy Lin, di nuovo infortunato per la stagione dopo aver perso quasi tutta la precedente, segnamo i progressi di Trevor Booker (14-6-4), che, da quando ha smesso di attacar rissa con chiunque, è diventato un gran giocatore, muscolare ma intelligente, capace di entrare da sesto uomo, avere impatto benefico, e finire con minutaggio da titolare. Per inciso: nelle tre gare finora giocate ha 30/58 dal campo, tirando da tutte le distanze..non male per un ex animalone incapace di agire lontano dal ferro (e chissà se a Faried fanno vedere qualche video di Booker..). Con nostra grande gioia sta fiorendo, non appena lasciato 8 mesi di fila libero dagli infortuni che lo han vessato fin dal college a Michigan, Caris LeVert (Next Shaun Livingston, 16-6-4 con 3 rec in soli 9 tiri) che sta diventando anche una piovra sulle linee di passaggio. Atlanta ha registrato la gran gara, per quantità e qualità del rookie John Collins, macchiata, dove lo è stata, solo dall’inesperienza: 14+13 in 21’, 5/11 dal campo su cui pesa una schiacciata sbagliata e 5 falli, tanti alti in mezzo ad alcuni bassi che dovrebbero col tempo sparire. Gara di qualità anche se di % non buone anche per il Beli, che 31’ di campo come ad Atlanta non li vede nemmeno in Nazionale: 19-2-3 con qualche amnesia difensiva, ma anche leadership (è il solo ad aver vinto un Anello e la Gara da 3 nel locker) e qualche incazzatura vs il suo play, Dennis Schroeder. Brutta gara per DennisDeutscheland, che si è fatto male alla caviglia dx: bruttissima distorsione, quasi sicuro perda la prossima vs Miami.

 

CHESAPEAKE ENERGY ARENA, OKC. MINNESOTA T’WOLVES 115 – OKC THUNDER 112

Parleranno tutti del finale. Della tripla di Westbrook per pareggiare a 110, del movimento da guardia pura (finta di tripla, drive, colomba alla Vincenzino tempi Fortitudo che si posa dolcemente ferro-ferro-retina) del centro dei T’Wolves, Towns (27+12), della tripla di Melo per il vantaggio e del buzzer-beater da 3 di Wiggins (27-7-4 con 2 rec) di tabella. Molto emozionante, bellissimo, ma ora basta: dimenticate. Altre le cose da considerare. La cura Thibo sta funzionando a Minnesota. Lo scorso anno i Lupacchiotti persero 22 gare dopo averle condotte in doppia cifra, mentre stanotte, sia pur al cardiopalma, son riusciti a venirne fuori, e per mano di uno dei più criticati tra i talentuosi Lupacchiotti che pare stian finalmente diventando Lupi. Ovvio che l’innesto di Teague-Butler-Crawford-Gibson serva: si tratta di talento ed esperienza, e Jimmy-B, pur in una gara difficile, ha messo 15-6-6 con una sola persa. Dall’altra parte le cose fanno pensare ad un cantiere che procede meno spedito del previsto. A parte l’ultima tripla, a partire dalla metà del terzo quarto Melo (23-2-2) aveva tirato 2/8, uno dei canestri viziato da un fallo offensivo ENORME e uno dei piccioni senza casa era stato un air-ball sul -4, senza ritmo e interrompendo l’inerzia in quel momento favorevole. I momenti migliori di OKC sono stati registrati nel primo tempo quando in campo c’era Felton (12 con 5/7 al tiro) insieme a Westbrook (31-5-10, 12/24 e 15 pti nel quarto periodo) e il cicciottello ha infilato un paio di triple dando sfogo alla siccità dei Thunder dalla distanza; nel secondo tempo quando la difesa è stata eccellente ma l’attacco ha davvero ricominciato a produrre solo quando Russell ha ricominciato a fare Russell, ovvero quando OKC ha giocato come faceva lo scorso anno come se Melo e George (14-6-8 con 4 rec, ma 8/20 totale e 1/8 da 3) non fossero arrivati. Altro dato: sul 33-29, inizi del secondo periodo, OKC aveva 24 pti dal pitturato, Minnesota 9; per scelta ma anche necessità: PG13 a parte, i Thunder non hanno veri tiratori, Westbrook la mette volentieri ma non è costante, Melo ormai da due anni è uno dei peggiori nella stat che accorpa le % dei long-range jumpers ai tiri da 3, e Felton-Abrines-Grant (12 con 4/5 dal campo) hanno tiro ma anche troppi difetti in altre parti del gioco per poter stare in campo con continuità (stanotte il “attacca Abrines”, tenuto in campo lodevolmente da coach Donovan anche nel quarto periodo, è stato evidente, per esempio, e fruttifero per i T’Wolves). Fino a che Adams non si costruirà un tiro decente dalla media, il gioco offensivo di OKC, in mancanza di % almeno normali (il 35% da 3 non inganni: negli ultimi 4 mins di gara OKC ha tirato dall’arco 4/6), sarà un unico grande ingorgo verso il pitturato, con il centro neozelandese, le penetrazioni di RW, e le incursioni di PG13 e Melo a interferirsi a vicenda creando prevedibilità. Altro problema per i Thunder: la povertà offensiva di Roberson sta addirittura peggiorando, rendendo inutile la sua difesa e dannosa la sua permanenza in campo: urge guardia di medio livello, sarebbe sufficiente davvero un onesto artigiano della NBA per migliorare molto l’attacco di OKC. In ogni caso, a proposito di brutte tendenze sconfessate, questa è stata la quarta W di Minnesota ad OKC in 10 anni.

 

STAPLES CENTER, LA. NEW ORLEANS PELICANS 119 – L.A. LAKERS 112

Lottano i Lakers, ma i Pels escono da Los Angeles con la prima W della stagione. Non a caso arriva insieme alla prima gara davvero positiva di una (basta una, una qualsiasi) delle guardie di Nola: E’Twaun Moore non sbaglia quasi mai e chiude con 19, 8/9 dal campo e una sola persa. Il duo Davis-Cousins provvede a 49-28-11 (8 di DMC) con 3 rec e 5 stoppate: qualche aiuto dal back-court è però necessario. Ripetiamo. basta poco per far diventare vincente questa formazione, perché i due omoni pensano a quasi tutto: diremmo una guardia di prima classe e un coach nuovo. I Lakers hanno avuto Lonzo a 8-8-13, una specie di Rajon Rondo degli esordi ma inserito in un meccanismo in divenire invece che nei Celtics già rodati, e per il resto la stagione tankettara (essendo l’ultima disponibile) sembra prendere il sopravvento pur senza far gridare allo scandalo, guidata dalle rotazioni e scelte quintetto-panchina di coach Walton. Per quanto volenteroso e sempre al massimo dell’impegno Larry Nance in quintetto a rubar minuti a Julius Randle è una cosa senza senso, e lo stesso dicasi per i soli 18 concessi a Gemello Brook. Ha senso invece, avendo KCP a roster, far partire lui e tenere Clarkson (24 con 10/18 ma nulla altro o quasi) dal pino proprio perché il più esperto ex-Pistone è capace di riempire più caselle del Gioco. Forse qualche preoccupazione per Brandon Ingram…non un cuor di leone, pare ulteriormente intimidito, e sofferente per il grande inizio di Kyle Kuzma (20-6-2 con 7/13).