Tutto ciò che si poteva scrivere è già stato scritto, gli avvenimenti degli ultimi giorni, dopo gara 4, hanno consumato tutte le parole a disposizione. I fatti che si sono susseguiti, in maniera frenetica e certamente paradossale hanno, per forza di cose, spostato l’attenzione dall’unico vero avvenimento della giornata odierna.

Una finale di playoff, arrivata a gara 5, meritava tutto un altro clima. A Brescia si aspetta da 28 anni la massima serie, qualcuno ha anche contato i giorni, che sono ben oltre i diecimila (!!!), avrebbe dovuto esserci un’attesa di festa, di gioia, di speranze, di energie utilizzate per sognare e preparare una città intera ad un avvenimento, che potrebbe portare ad un risultato storico, che storico lo è già ma potrebbe diventare glorioso. Invece sono stati giorni di tensione, cattiverie, polemiche gratuite, comunicati deliranti e “minacce” più o meno velate, che proprio nulla hanno a che fare con la pallacanetsro bresciana che da sempre è lo sport del sorriso, della gioia e dell’amicizia.

Le ultime ore, che ci dividono dalla contesa di inizio, sembrano sospese nel vuoto; non si sa cosa sarà, non tanto il risultato finale deciso, si spera, solo dal campo, ma cosa sarà di un clima che dovrebbe essere di gioia per celebrare l’ultimo atto di una stagione memorabile per entrambe le realtà cestistiche coinvolte.

La bellezza di essere arrivati fino in fondo, il gusto del viaggio iniziato in agosto e non ancora terminato, non possono svanire nelle brutture di questi giorni.

Chiunque alzerà la coppa al cielo, mi auguro, lo faccia dopo averla meritata sul campo e con grande rispetto dell’avversario perché, solo così, sarà onorato il vero spirito dello sport.

Il caso ha voluto che le squadre finaliste abbiano gli stessi colori sociali; i colori da sempre simbolo del cielo e dello spazio infinito e quindi di serenità e gioia.

Oggi più che mai #basketforever, l’hashtag che ha accompagnato ogni articolo della Leonessa perchè sia di buon auspicio e ti rispetto per tutti.

Non ci sono altre parole, solo una coppa da alzare.

Ph. Valentino Vitali