Nelle otto gare in programma nella notte NBA si registrano ben 5 vittorie in trasferta, compresa quella di Golden State a Dallas; le prime 4 della Western Conference vincono tutte, e tre di loro lo fanno in trasferta. AA CENTER, DALLAS: GOLDEN STATE WARRIORS 105– DALLAS MAVS 98
La striscia arriva a 15 vittorie. Non inganni il punteggio con distacco sotto la doppia cifra: durante il match spesso il divario è andato oltre i 20, e a 5 minuti dalla fine GS era ancora sopra di 15. La squadra di Kerr è un meccanismo bellissimo da vedere, certo non applica il gioco preferito dai puristi e dai nostalgici della riga da 3 punti a m. 7,25 però non è un delitto sfruttare al meglio le attuali regole e caratteristiche del gioco. Bogut è ancora fuori, e i 3 giocatori che per ruolo dovrebbero rimpiazzarlo (Ezeli-Speights-Kuzmic) mettono insieme solo 36 minuti, in una rotazione che il coach riduce ad 8 unità, sfruttando da centro l’ala piccola Draymond Green, uno dei giocatori rivelazione di questa stagione 14-15: il prodotto da Michigan State U. (vi dice nulla?..) gioca 4 ruoli in attacco, compreso il centro, e 5 in difesa. La sua versatilità, che gli consente sia di colpire da tre e di difendere sugli esterni, sia, grazie alla compattezza e al peso (2metri per 105 chili) di giocare sotto e catturare quasi 8 rimbalzi di media, è l’arma che consente al gioco degli Warriors di essere equilibrato e sopperire a qualsiasi infortunio. Nella gara del mezzogiorno texano gli Splash Brothers hanno combinato per 54-8-11, Green ha messo 20+8 e Harrison Barnes 12+9. I Mavs continuano nel loro inizio un po’ balbettante, ma restano settimi ad Ovest con 3 sconfitte di vantaggio sugli ottavi e quattro sui noni. In assenza di Parsons, a Dallas ha ben giocato il veterano Richard Jefferson (13+13) e sia Dirk (23+8) che Chandler (11+12) han fatto il loro dovere. Sotto tono invece la panchina e le pg di Dallas, che in 3 hanno messo insieme poco: 14-7-7 e un plus/minus di meno17.

TIME WARNER CABLE ARENA, CHARLOTTE: BROOKLYN NETS 114 – CHARLOTTE HORNETS 87
I Nets arrivano a Charlotte senza Garnett, Lopez e Teletovic, ma ci pensa JJ ad alimentare l’iniziale 21-6 che asfalta subito gli Hornets. La franchigia broccolina ha messo tutti i suoi strapagati veterani sul mercato, e per questo, complici anche gli infortuni, cominciano a vedere il quintetto giocatori inusuali per certi privilegi e minutaggi. Il Russo Karasev parte e gioca 23, ma non sfrutta l’occasione: 3pti e 3 perse, 3 tiri in tutto. Molto meglio Cory Jefferson: 100% al tiro, 11+5. La gara, dopo l’inizio di Joe Johnson, è stata messa al sicuro dalla precisione dei Nets nelle triple: 16/23, con 4 ciascuno per Bogdanovic, Anderson, JJ…solo 3 per Deron Williams. Charlotte è in una situazione simile a Brooklyn: a parte BigAl e Kemba sono tutti sul mercato. L’annuncio aveva portato una reazione, che però sembra essersi già conclusa: sonnolento l’inizio e non molto meglio lo svolgimento tutto della gara degli Hornets. Segnalando la preoccupante involuzione di Cody Zeller (in qualche modo speculare a quella del Campione del Mondo Plumlee a Brooklyn), diremo che gli unici a salvarsi son stati la back-up pg Roberts (14pti), MKG (15+5, e che il top scorer sia lui la dice lunga sulla prestazione dei Calabroni..) e, nonostante molti ne critichino solo la innegabile rozzezza (soprattutto nella metà offensiva), il centro Biyombo: impegno sempre massimo, stavolta 4+10.

BANKERS LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS: PORTLAND TRAIL BLAZERS 95 – INDIANA PACERS 85
Nonostante la sconfitta della sera precedente contro I Bulls continua ad essere produttivo il viaggio dicembrino ad Est dei Blazers: sempre valido il mantra delle rotazioni ridotte e del Massimo risultato col minimo sforzo possible. Dieci alla fine, ma nel terzo quarto i punti di vantaggio sono stati anche 27. Su 9 guicatori utilizzati, 5 sono andati in doppia cifra e due si son fermati a 8pti, in una gara in cui è difficile non dare di nuovo e sempre la palma dl migliore a LMA (19+14), ma non vogliamo dimenticare che Batum sta piano piano tornado a livelli eccellenti (14-4-5, 5/6 da due, fatica nel tiro da 3 ancora, 1/5). Ad indiana continua la bella stagione della guardia all-around Rodney Stuckey: 14+14 rimbalzi (!!), e CJ Watson ci ha aggiunto una gara di grande precisione offensiva: 23 con 8/11 di cui 4 triple. Hibbert 10+10, ma la solita impressione di gigantismo non sfruttato. Indiana è alla ottava L in fila.

AMWAY ARENA, ORLANDO: ATLANTA HAWKS 99 – ORLANDO MAGIC 100
I Magic interrompono a 9 la striscia positiva di Atlanta, e lo fanno grazie ad un buzzer beater a mezzo secondo dalla sirena del loro miglior giocatore in stagione, Tobias Harris (24-6-5). Tre secondi prima gli Hawks erano passati a +1 grazie ad una tripla di Korver (fino ad allora 0/3 dalla linea dei 3): avrete capito che si è trattato di uno degli spettacoli migliori della nottata NBA. Un altro mattone importante della vittoria è stata una stoppata all’interno dell’ultimo minuto di Nikola Vucevic (18+11) su Teague. Bene anche Oladipo, stella on the rise, costretto però a fare troppo in questi giovani Magic, tanto che spesso finisce un po’ fuori giri, come testimoniano le tante palle perse, 6 anche stasera. Gli Hawks hanno avuto una serata brutta al tiro (42%), e non perfetta in molti dei loro punti fermi: detto della mira di Korver, Millsap ha avuto solo 9pti, anche se ha aggiunto 10 carambole dai tabelloni, però, lui che guida la classifica, non ha recuperato nemmeno un pallone. Sconfitta sopportabile, per gli Hawks, W importante per una squadra in costruzione come Orlando.

BRADLEY CENTER, MILWAUKEE: LA CLIPPERS 106 – MILWAUKEE BUCKS 111
“Impressive Win” l’han definita I cronisti americani, ed è vero. La costruzione delle squadre passa attaverso certe vittorie, e per i Bucks la doppiavù contro i Clippers E’ una di quelle. Gara cattiva, atmosfera da Playoffs, falli terminali (Barnes su Antetokounmpo), duelli personali privi di cortesie (sempre loro due). Gara strana dei Clippers, che hanno Griffin e Paul fermi a 10 (ma Blake 6R e 9A), Barnes e Redick a 26 e 25 rispettivamente, col solito Crawford a metter mattoni per l’ennesimo titolo di Sesto Uomo dell’anno. Nei Bucks il bimbone greco indiscusso migliore (20-5-3) ma panieri importantissimi sono arrivati da Knight (22-4-5), mentre Larry Sanders era in una di quelle sere in cui ne aveva voglia, mettendo 15+9 con ottime percentuali davanti a un difensore notevole come DAJ, fermo a 7+15….lui, DeAndre, conferma il fatto che più prende rimbalzi meno segna, e alimenta i rimpianti nei confronti di chi negli anni lo ha sempre messo in campo insegnandogli più track&field che basket.

WELLS FARGO CENTER, PHILADELPHIA: MEMPHIS GRIZZLIES 120 – PHILADELPHIA 76ERS 115 (2OT)
UUUUUUUU…ci è mancato poco!..ma c’era Mike Conley. Il figlio del recordman del salto in lungo ha segnato gli ultimi 8 punti di Memphis nei regolamentari, compreso il floating three pointer sulla sirena. E ha proseguito mettendo il primo canestro del primo supplementare. E’ indiscutibilmente una delle migliori 5 pg della Lega, e di certo il più sottovalutato. Anche per via dei 58 minuti totali, a Memphis han giocato tutti, ma la prestazione di Conley (36-3-9) oscura tutte le altre, compresi i 24+11 di Randolph. Per Phila mani nei capelli, sogno accarezzato, usate la frase che preferite…ma fanno lo stesso 21 ko. Noel era nella fase NO della sua altalena (solo 4 tiri, solo 4 pti, ma anche 4 recuperi e 2 stoppate per questo meraviglioso atleta, potenzialmente meraviglioso giocatore, nei meandri della cui psiche non riusciamo a desiderare di entrare..), MCW ha messo la tripla doppia (16-11-11, ma anche 6 perse e percentuali così così) e il buon Covington si conferma, se non altro, buon realizzatore, tirando male, attorno al 33%, ma meritandosi 12 liberi e mettendone 11.

TOYOTA CENTER, HOUSTON: DENVER NUGGETS 96 – HOUSTON ROCKETS 108
Molto da dire su questa W dei Rockets. E’ tornato Dwight Howard (in sua assenza il record di HOU è stato eccellente: 8-3) e ha detto subito 26+13 con 3 stoppate e nessuna timidezza post-infortunio, segno di recupero totale. James Harden sta diventando del tutto illegale: 24-10-10, pur con qualche difficoltà al tiro. Ariza è un uomo tattico basilare per coach McHale, che lo tiene quasi sempre sopra i 40 di impiego (42 stanotte). Tornato Howard in campo, non è ritornato in panchina Motiejunas, anzi spara una megaprestazione da 32 minuti, 25+5 con 11/19 al tiro: non è la buona % a dover impressionare, quanto il fatto che il Lituano prenda un solo tiro meno di Harden (19-20) e quasi il doppio di quelli di Dwight (11). Negli studi di ESPN e di NBAtv cominciano a circolare video in cui i movimenti offensivi sul piede perno di Donatas vengono paragonati a quelli del suo coach quando dettava legge in post basso nei Celtics…anche se è un paragone prematuro e ardito, ci siamo detti tutto. I Nuggets, dopo esser tornati al 50% tra W/L han ricominciato a perdere tanto, anche se sono a due sole sconfitte di ritardo dal posto 8 nella Western. E’ però il gioco, ancor prima dei risultati, a rendere incerta la posizione di Brian Shaw. Danilo a riposo, ma nulla di grave. Bene Ty Lawson: 19 e 12 assists.

SLEEP TRAIN ARENA: DETROIT PISTONS 95 – SACRAMENTO KINGS 90
E’ la sorpresa di nottata, anche se non più di tanto: i Kings hanno bisogno che Cousins ritorni, e hanno sofferto nel loro attuale punto debole incontrando la squadra che schiera la più grossa e potente front-line della Lega, essendo puramente tattico il partire dalla panchina di Greg Monroe. I Californiani hanno sempre inseguito, il parziale decisivo è avvenuto in apertura di terzo periodo con un 11-0 Pistons. Sacramento ne ha perse tre in fila, e ad Ovest è bastato per ritrovarsi decimi, e con il recupero di OKC ad alitare sul loro collo. Detroit ha messo in fila due vittorie, ma sono solo 5 dall’inizio della stagione..Datome nemmeno nei 12, e mi sto arrabbiando. A proposito della front-line della MotorCity: Monroe 24+8, Smith 21+13, Bimbone Drummond 12+10, e, a rimarcare le loro propensioni, 5 assists in 3, tutti di Smith. Per Sacramento serata indecente al tiro (Rudy Gay pare tornato agli egoismi di Toronto: 6/22..), si salva solo il Marine, Carl Landry (15+11 in 24 minuti: usarlo un po’ di più, coach?).