Volendo sintetizzare col titolo di un film la stagione disputata dalla Vanoli Cremona, nulla parrebbe più adatto di “Un’ottima annata”. Nella pellicola girata nel 2006 da Ridley Scott, il protagonista principale è un avido broker, la cui filosofia di vita è “Vincere non è tutto: è l’unica cosa”. Questa visione della propria esistenza verrà però messa in discussione da una serie di eventi non prevedibili, che infine determinerà un cambieranno radicale nel protagonista. Ebbene, quali sono i punti di contatto tra questo film e la stagione dei biancoblu? Facciamo un passo indietro: a maggio dello scorso anno Cremona retrocede sul campo, al termine di una stagione tribolata. La società del presidente Aldo Vanoli pianifica il rilancio sportivo, firmando con un triennale coach Meo Sacchetti. Il progetto è quello di riportare in Serie A la squadra entro due anni; arrivano i primi nomi: Drake Diener, Ruzzier, Portannese, Ricci ed Elijah Johnson. Già si ventila l’ipotesi di un clamoroso ritorno al parquet per Travis Diener, fermo da tre anni. Nel frattempo, Caserta viene messa sotto inchiesta e poi esclusa dal massimo campionato per irregolarità amministrative e finanziarie. Cremona chiede e ottiene la riammissione in Serie A; mezza squadra è stata allestita per la A2, si deve correggere il tiro in corsa. La piazza, ancora scottata dalla cocente retrocessione, accoglie con stupore ed entusiasmo gli sviluppi, in un crescendo di emozioni legate al mercato di giocatori e staff tecnico (Fioretti e Bianchi, a supporto di Sacchetti). All’affollata conferenza stampa della sua presentazione, Sacchetti afferma di essere venuto a Cremona con l’intento di “divertire e divertirsi, provando anche a vincere delle partite“. Insomma: vincere non sarà l’unica cosa, ma non sarà neanche l’ultima delle preoccupazioni del coach. Scocca immediato il feeling tra Cremona e il tecnico, che conquista tutti con la sua innata simpatia, la semplicità con cui si approccia ad una piazza poco adusa ai facili entusiasmi, ma che sa essere ospitale e farsi famiglia verso chi non forza il carattere tranquillo dei suoi abitanti. A due giorni dall’inizio del campionato, il clamoroso ritorno del top-player Darius Johnson-Odom. Parte il campionato: amalgamare dieci giocatori nuovi, con esperienze molto differenti, e riportare all’agonismo Travis Diener, risulta meno semplice del previsto. Il team inizialmente stenta, ma pian piano trova la sua identità, i propri punti di riferimento; sta bene insieme, anche fuori dal parquet. Nel frattempo il tecnico dei lombardi è nominato c.t. della Nazionale. Ad un certo punto, risulta fattibile l’addizione di Fontecchio, stanco di far panchina all’Olimpia. La squadra diverte e si diverte; arrivano le vittorie. La salvezza, obbiettivo dichiarato della società, arriva prima del previsto; il rush finale vede una carambola di risultati che premia la Vanoli, la quale approda inaspettatamente al secondo play-off della sua storia. Drake Diener nel frattempo ha annunciato il suo ritiro dal basket giocato: allenerà Marian University, nella sua città. La squadra tutta è consapevole di essere andata oltre i propri limiti; sa che dovrà affrontare un avversario tanto più forte, come la Reyer Venezia. Lo fa con la mente libera da pressioni; alcuni giocatori sono mentalmente e fisicamente stanchi. Cremona esce dopo sole tre partite dalla post season, ma lo fa senza rammarichi particolari. Il pubblico del PalaRadi festeggia il presidente Aldo Vanoli, coach Meo Sacchetti, dedica una standing ovation al capitano Drake Diener, che si abbandona ad un lungo, filiale abbraccio col coach che ne ha accompagnato quasi tutta la carriera italiana. Intervistati dai media locali in settimana, il Presidente e il vicepresidente Davide Borsatti hanno parlato della disponibilità a valutare la partecipazione ad una competizione europea, in un quadro di crescita della società: si vedrà. In sala stampa, imbeccato sulle voci che lo vorrebbero in uscita da Cremona, coach Sacchetti ha risposto: “A Cremona io e la mia famiglia stiamo bene, io ho trovato le condizioni ideali per potermi esprimere; se mi cercasse il Real Madrid, dovrebbe comunque parlare col signor Aldo Vanoli, avendo io un contratto di tre anni, dunque… Oltre a questo, ho un buonissimo rapporto col g.m. Andrea Conti.”
Insomma, i conti tornano in casa Vanoli. Ci si chiedeva, però, che punti di contatto vi fossero tra il film in questione e la storia recente dei biancoblu. Ebbene, nel film il protagonista scopre il piacere della lentezza, essendosi trasferito tra i vigneti francesi dalla caotica Londra. Lì incontrerà sia l’amor sacro che l’amor profano. Imparerà che vi sono attimi dilatati che sono di per sé un successo, anche se lontano dai clamori del jet-set e dagli isterismi dei mercati finanziari. Così, molti dei protagonisti dell’annata biancoblu hanno saputo apprezzare e far tesoro dell’accoglienza di una città apparentemente sonnacchiosa, eppure capace di grandi sentimenti. A Cremona, tra nebbie e zanzare, è venuta fuori davvero “Un’ottima annata”.