ORACLE ARENA, OAKLAND: NEW ORLEANS PELICANS – GOLDEN STATE WARRIORS
Per iniziare la consegna degli Anelli, poi l’applauso a Steve Sager, “uomo di bordocampo” di TNT, celebre per le giacche spesso sopra le righe (sopra OGNI riga..) e da oltre un anno in lotta contro un cancro: costretto a star fuori dalle scene un paio di volte in questo lasso di tempo, ha sempre ricevuto ovazioni dopo ogni suo ritorno. I Pelicans, come citato nel nostro Power Ranking di presentazione alla stagione, sono letteralmente azzannati dagli infortuni: solo 9 giocatori utilizzabili a referto per Alvin Gentry, più JRue Holiday in divisa da gioco ma non utilizzato (giocherà domani contro gli abbordabili Blazers), e una serie di uomini in giacca-e-cravatta a occupare la parte terminale del pino. Non c’era competizione alcuna da attendersi, anche se all’inizio NO è stata avanti, complice l’ubriacatura della festosa cerimonia iniziale per GS. In ogni caso, nel momento più difficile di una notte semplice, Steph ha ripreso la stagione chiarendo subito il suo livello di agonismo per il Repeat: 24 punti nel primo quarto, 30 all’intervallo, entrambi suoi record in carriera (40-6-7 alla fine, record ovviamente). Molto felice di aver vinto la sua prima da capoallenatore è stato Luke Walton, figlio del grande Bill, e interim coach di GS in attesa del ritorno di Kerr dall’operazione alla spalla. Parlando di record, anche Anthony Davis ne ha stabilito uno, pareggiando la peggiore prestazione al tiro della carriera: a fine terzo quarto era 1/15, saranno 4/20 alla fine; l’altro record era un 2/11, curiosamente sempre alla Oracle Arena. Nel clima festoso sono entrati, altra ovazione, Spencer Stone e Anthony Sadler, l’aviere USA e lo studente che il 21 di agosto sventarono insieme ad un altro militare USA un attentato sul TGV per Parigi: Stone è un dichiarato fan degli Warriors, e per l’occasione si è tirato dietro l’amico. Al di là della prestazione di Curry e della controprestazione di Anthony Davis (bad night, capita a tutti, anche al futuro MVP della NBA), segnaleremmo la gara di Festus Ezeli. Il centro nigeriano ha iniziato a giocare tardi, secondo la solita storia, comune a tanti Africani, del “ero lì, con gli amici, ormai troppo alto per giocare a calcio e così…” (ricorda molto la storia di tante modelle: avevo solo accompagnato un’amica al provino, e invece..), e ha accumulato altro ritardo passando infortunato 16 dei suoi primi 24 mesi nella NBA: stanotte ha messo insieme cifre interessanti (13+4, e 1 stoppata perfetta su Davis), e chi lo attende a un progresso notevole, se non ad una vera e propria esplosione, ha di certo tratto favorevoli auspici. Andrew Bogut, l’altro centrone di GS, giocava con maschera protettiva al volto, e a metà terzo quarto ha preso una botta involontaria proprio in faccia, uscendo per non tronare più in campo (ma intanto aveva scritto 6/6): non dovrebbe essere nulla di così grave da impedirgli di essere in campo fra due giorni vs i Rockets.