Due cose mi hanno colpito nelle parole di coach DeRaffaele dopo la W in Coppa Italia.

“Una volta ci si ricordava delle squadre (vero: ad esempio il roster della Olimpia di Peterson è scolpito nella memoria, cambi di USA a parte), noi siamo una squadra”.

E poi “ Ringrazio i giocatori che mi seguono su sentieri un po’ difficili e strani, a volte, e mi sopportano”.

Sono andato a controllare, e DeRaffaele ha ragione su entrambi i fronti, anche se non definirei strani i sentieri del suo gioco, semmai una estremizzazione di certi concetti necessari nel basket di oggi.

Del roster attuale il primo ad entrare alla Reyer fu Julian Stone (2014/15, poi andato e ritornato, ma il più antico è lui). Tonut e Bramos arrivarono l’anno dopo; Filloy è tornato dopo aver fatto un primo passaggio nel 2016/17; nel 1017/18 fu la volta di Daye, DeNicolao, Cerella e Watt; negli ultimi due anni si sono aggiunti Mazzola, Vidmar e Chappell.  Altri grandi giocatori hanno aiutato Venezia in questi anni: Haynes, Goss, Ress, Peric e il povero Orelik, al posto del quale arrivò Daye: il Lituano, che stava giocando da potenziale MVP del campionato, si distrusse un ginocchio a inizio 2018 (purtroppo il calvario non è finito: costretto a rioperarsi nel Nov 2018, non risulta attivo al momento). Si in ogni caso tratta di una formazione abbastanza consolidata, soprattutto per le abitudini medio-recenti del campionato italiano.

In merito al gioco ho confrontato le cifre dell’Umana nelle 3 gare di F8. VE ha commesso 82 falli, ma non ha MAI perso un uomo per raggiunto limite: sono le rotazioni vorticose di DeRaffaele, che in 3 gare ha avuto solo un giocatore/gara oltre i 30 mins; Tonut 31 vs la Virtus (ma era un OT) e nelle due successive Watt a 33 e 35. Oltre alle rotazioni, la difesa: guardando il rapporto perse/recuperate ci sarebbe da piangere – VE ha perso 45 palloni (15 a gara) recuperandone 17, per un saldo di quasi meno 10/gara. Il punto è che la difesa della Reyer agisce solo marginalmente sulle linee di passaggio: protegge invece ossessivamente il perimetro, raddoppiando il portatore di palla o il triplista più pericoloso ad OGNI pick and roll; così nasce la superiorità difensiva che permette di giustificare i tanti falli e i pochi recuperi, così Bologna ha tirato col 24% da 3, Milano col 14.8% e Brindisi col 28%. La protezione dei 3 punti causa buchi nel pitturato: è a questo punto che di solito arrivano i tanti falli; spesso però questa scommessa ha buon esito, perché nessuna delle tre avversarie di Venezia alle F8 ha tirato da 2 meglio del 47% (Milano). In attacco DeRaffaele privilegia il bombardamento: 112 tiri da 2 e 83 triple nel totale delle tre gare, tirando il  42% da 2 (dato scarsino) e il 40 da 3 (eccellente); sono infatti arrivati 94 pti da 2 e 99 da 3. E’ il gioco moderno, in sé nulla di assolutamente innovativo, ma la Reyer di DeRaffaele estremizza certi concetti a cominciare dalla frequenza del giro di uomini sul parquet: necessita di una condizione fisica ottimale, di capacità di mettere da parte l’amore per le proprie stats e di concentrazione totale, e forse anche per questo durante il campionato la squadra si è spesso distratta (…scudetto sulle maglie, qualche infortunio, qualche desiderio di riposarsi…) mentre in un torneo di 4 giorni, con Trofeo subito davanti agli occhi, è riuscita a compendiare tutto il meglio delle proprie possibilità.