Messa in cassaforte la salvezza ed acquisito il diritto a partecipare alla prossima serie A, all’ombra della Reggia è tempo di giocare la partita societaria. Dopo l’ennesima stagione in cui ha dovuto cantare e portare la croce, il socio unico della Juvecaserta Raffaele Iavazzi non è più intenzionato ad andare avanti e soprattutto a farsi carico da solo dell’onere di non far sparire la pallacanestro in città. Sulle colonne del Mattino è lo stesso numero uno del club di Pezza delle noci a fare il punto della situazione, spaziando dalla sua decisione di farsi da parte alla delusione per le solite promesse disattese di aiuto fino ad affrontare la questione «consorzio».

«Ho già comunicato al sindaco la mia indisponibilità a proseguire alla guida del club». Con queste parole Iavazzi ha subito chiarito le sue intenzioni sul futuro sottolineando poi che «Ho consegnato la squadra alla città». Al tempo stesso il patron della Pasta Reggia ha assicurato che appena possibile fornirà le liberatorie sottoscritte dai giocatori al 30 aprile ed il bilancio al 31 marzo con i relativi parametri necessari all’iscrizione. «In questi anni Siena, Roma e Virtus Bologna, a cui si aggiungerà una tra Pesaro e Cremona, hanno lasciato la massima serie – riprende Iavazzi – nonostante abbiano alle spalle realtà imprenditoriali superiori a quella casertana. Pur andando avanti da solo, sono riuscito a far sopravvivere Caserta e la lascio in serie A».

Sempre sulle colonne del quotidiano il Mattino si legge che dopo il naufragio, per cause mai chiarite ma che i tifosi avrebbero diritto di conoscere, dell’accordo stipulato dinanzi al notaio per il passaggio del club alla Fortune Investment & Consulting, negli scorsi mesi ha tenuto banco la costituzione di un consorzio di aziende per rilevare in tutto o in parte il sodalizio bianconero. Ma nelle ultime ore anche questa soluzione sembrerebbe essere svanita. «L’idea del consorzio è nata per la Juvecaserta» arringa Iavazzi che poi sbotta: «Se strada facendo hanno pensato che fare business è più importante che salvare la pallacanestro è un altro discorso».

A stretto giro, probabilmente già prima del termine del campionato, Iavazzi convocherà una conferenza stampa per scoprire le carte con stampa e tifosi. «Devo prima sbollire la rabbia ma sono arrivato a fine corsa dopo troppe promesse non mantenute». Il 13 maggio dello scorso anno, dopo la conferenza stampa del socio unico, il basket all’ombra della reggia sembrava dovesse chiudere i battenti; a distanza di una stagione la situazione appare addirittura più complessa, con Iavazzi e la Juvecaserta sempre più soli e abbandonati ad un ineluttabile e triste destino. Qualcuno parla di ripartire dalla serie A2, soluzione che Iavazzi bolla così: «Non mi interessa». Anche a molti tifosi un’autoretrocessione stile Roma, che presupporrebbe in ogni caso un riordino dei conti identico a quello per partecipare alla A, non sarebbe gradita. Intanto i supporters stanno organizzando un flash mob a sostegno della causa bianconera.

Analizzando senza sentimentalismi ma con fredda lucidità la situazione, senza dimenticare inoltre le incredibili vicissitudini extra sportive di questi anni (Galimberti, Mr. Williams, Fortune), si dovrebbe prendere coscienza che Caserta non è più città del basket, non ha una classe imprenditoriale interessata alla pallacanestro e soprattutto non ha le risorse economiche per scrivere altri capitoli nel libro della storia cestistica bianconera. Al tempo stesso, tuttavia, poiché la sirena finale non è ancora suonata, negli ultimi giri di lancette di questa sfida impossibile si dovrà tentare di realizzare quel canestro vincente per non privare la città della Juvecaserta, una delle poche eccellenze di cui i casertani possano vantarsi in giro per il mondo.