… a proposito di private…

Pensavo che fosse solo prerogativa di vecchie abitudini bernabeiane della Rai, l’interrompere qualsiasi cosa vada in televisione se in palinsesto c’è un Tg o qualcosa di importante che non sia quello che sta andando in onda in quel momento. La citazione è riferita alle tantissime partite di basket ( e allora andava solo il secondo tempo…) interrotte sul finale se questo eccedeva in lunghezza: quindi supplementari manco a parlarne e partite molto frammentate idem.

Tra l’altro, il sistematico maltrattare il mio sport preferito è stata uno dei motivi per il quale ho scelto la professione di regista sportivo: l’idea era (spero di esserci riuscito) quella di far vedere agli appassionati a casa la partita, facendo magari capire quello che succedeva  in campo, ma questa è un’altra storia.

Torniamo alle interruzioni sistematiche del passato basket televisivo e di quello odierno, perché è lì che voglio arrivare. Da spettatore, stavo guardando Avellino vs Milano trasmessa su una nota televisione lombarda ed il risultato lo conosciamo ora  e scrivo “ora” a ragion veduta. Nota: adesso, grazie ad internet e a chi era a conoscenza  che la stessa trasmissione era messa in onda anche da un’altra televisione locale, qualcuno il risultato lo ha saputo, ma chi la seguiva dalla stessa rete ha avuto la mia stessa reazione.

Incredulità, successivo turpiloquio e voglia di buttare il televisore da qualche parte, ricerca del n° di telefono della rete per chiedere (insultare?) lumi. Tutto questo perché? Perché una regia automatica, sono quasi sicuro della non “umanità” dell’errore, successivamente ai tiri liberi di Moss del vantaggio milanese, a meno di un secondo dalla fine della partita, manda una gigantesca fascia promo/pubblicitaria senza alcun seguito sul finale della partita. Errore, certo e può succedere, però, e sono sicuro che non è solo paranoia la mia, questo accade anche perché non è considerato un prodotto importante anche nel palinsesto di reti dove a riempire le fasce pubblicitarie sono prevalentemente televendite di ogni genere, figuriamoci a livello nazionale. E la dimostrazione di questo è dove e come colloca il prodotto pallacanestro la rete nazionale, quale attenzione vi dedica e quanta promozione viene fatta di ogni incontro.

Si sente parlare della volontà di creare una rete basket, un canale dedicato: magari fosse vero. La base per farlo, a parte quella finanziaria, dovrà essere quella di creare un gruppo di lavoro unico e qualificato, perché se un giorno il basket lo fa Pinco, l’altro Tizio, poi Caio e a seguire Sempronio, o questi fanno parte di un quintetto o non andiamo da nessuna parte.