Ben 13 le gare della notte NBA, eccole tutte qui per voi, compresa quella del record di Kevin Love.

WELLS FARGO CENTER, PHILADELPHIA. MEMPHIS GRIZZLIES 104 – PHILADELPHIA 76ERS 99 (2OT)
Nulla è più importante della salute. Sottoscriviamo, anche se capiamo la rabbia di Joel Embiid (12-11-3, con 1 rec e 3 stoppate, ma anche 7 perse) per esser stato panchinato prima del secondo supplementare avendo già superato (27) il limite di minuti che la rieducazione del piede destro gli concede per questa stagione (20-24). Il calcione dato alle sedie gli costerà qualche multa dalla NBA, severissima su questo tipo di comportamenti, anche perché generato dal nervosismo per una prestazione buona ma con qualche buco evidente. La buona notizia è che, almeno in questo primo quinto di stagione, a Philadelphia abbiamo una squadra.L’effetto-Embiid pare aver coinvolto, almeno parzialmente, persino Nik Stauskas (10-5-4): il tiratore che non infilò quasi mai nulla ha pur sempre tirato 3/12, ma almeno ha messo una tripla importante nel primo OT per farne esistere un secondo. La W invece è stata probabilmente buttata via da Robert Covington (ma bella prova a 19+10): gli alieni gli hanno restituito le mani che avevano rapito (RC ha iniziato la stagione con 1/24 da 3 e 1/12 da 2), ma lui si è limitato ugualmente ad un 1/2 dalla lunetta: 86 pari invece che +1, e via ai supplementari. La Memphis di Fizdale neocoach non è tanto diversa da quella di Joerger ex coach: tanto pick and roll e tanto smallball, e sempre quella sottile meraviglia sul come faccia questa squadra a vincere tanto; evidentemente sia Mike figlio di Mike (25-9-9) che Marc fratello di Pau (27-4-4) sono molto più superstar di quello che tutti, noi compresi, sappiamo capire. A Philadelphia addizione importante quella di Bayless in pg (18-6-6), e continua la buona stagione del veterano turco Ilyasova (22+12); a Memphis i rimbalzi che ormai Marc non prende più sono preda di un altro dei mirtilli da noi scovati: l’elicotterone Jamychal Green (10+11).

SPECTRUM CENTER, CHARLOTTE. SA SPURS 119 – CHARLOTTE HORNETS 114
La strigliata subita dal loro coach ha elettrificato gli Spurs, che non avevano voglia che Pop li definisse un’altra volta “patetici”. Ne han fatto le spese gli Hornets, alla terza sconfitta nelle ultime 5 e un po’ ridimensionati sul piano dei risultati, non su quello del gioco. La gara è stata sempre equilibrata e bellissima, con due protagonisti su tutti: la doppia K di Kemba e Kawhi. La pg degli Hornets (26-9-7) ha estratto sguardi di stupefatta ammirazione anche dalle pupille del suo datore di lavoro, che di nome non fa Brambilla ma Michael Jordan; lo Hidden MVP (che anche quest’anno verrà ingiustamente scavalcato dai numeri di giocatori ben meno vincenti) degli Spurs ha mostrato un’altra prova perfetta, con un trentello, tutte le caselle positive ben piene e quelle negative (0 perse per esempio) ben vuote. A 99 eravamo ancora pari, a 110 anche, e il solco definitivo è stato scavato da una tripla angolare di Monsieur Parker a 22 secs dal termine (115-110). Le aspettative che avevamo fin dall’inizio sul Lettone Pazzo stanno iniziando ad essere ripagata: Bertans 11pti con 4/4 di cui 3/3 da 3…minuti in campo, 11 ovviamente, come si conviene ad un ignorante vero; Pop, che ha lavorato per la CIA e capisce gli uomini, pare lo adori già. Belinelli non ha fatto la classica partitona dell’ex, ma una buona partita: 12-4-1. Buone notizie ulteriori? Per SA aver vinto una gara ben oltre i 100pti, per Charlotte il ritorno di Lamb anche se solo per 6 minuti.

AMWAY CENTER, ORLANDO. PHOENIX SUNS 92 – ORLANDO MAGIC 87
Faticano questi Magic a prendere il volo: ogni volt ache stanno per raddrizzare il loro record, cadono in sconfitte pesanti come questa casalinga vs i Suns. I Soli vincono grazie alle % una gara in cui hanno tirato 18 volte in meno e perso 6 palloni in più, e lo fanno senza dominare ma condicendo per la maggior parte del tempo, e infine congelando il successo con tre triple di fila delle loro tre guardie che hanno giocato, segnando diverse ma recenti epoche dell’ateneo bluegrass, tutte a Kentucky U.: inizia Bledsoe (25-9-5), prosegue Booker (12 con 3ass.), finisce Knight (11-3-1). I Magic sono stati soprattutto Fournier (25-4-2 con 3 rec e nessuna persa) e Vucevic (21+13)

QUICKEN LOANS ARENA, CLEVELAND. PORTLAND TRAIL BLAZERS 125 – CLEVELAND CAVS 137
Il Californiano segna un record che resterà a lungo: 34 pti nel primo quarto è primato NBA per il periodo iniziale, e seconda miglior prova nella storia (dopo Fratello Klay). E’ frutto di 11/14 dal campo, di cui 8/10 da 3. E la gara finiva lì, perché nonostante uno show di orgoglio di Lillard (40-7-11) nel quarto periodo (sempre nello stesso canestro di Love, dunque), i Blazers non sono mai stati nemmeno lontanamente in partita. LBJ alla tripla doppia (31-10-13) e Love finirà con 40-8-3. I Cavs hanno tirato il 53% totale e il 58 da 3…..

BANKERS LIFE FIELDHOUSE, INDIANAPOLIS. ATLANTA HAWKS 96 – INDIANA PACERS 85
Troppo dura Atlanta da rodere per i dentini dei Pacers attuali. Dopo una gara passata ad inseguire, si erano portati a -1, 65-64: da quel momento, ripresa concentrazione, Atlanta ha zittito Indiana 23-4. Iteriamo le nostre perplessità su coach McMillian. Howard 23+20, Millsap 18-11-5 con 4 rec e 3 stoppate per gli Hawks; George 18 con 22 tiri (nervoso, impreciso, scocciato) e Young 24+7 per i Pacers.

BARCLAY’S CENTER, BROOKLYN-NY. BOSTON CELTICS 111 – BKN NETS 92
Sfida tra due squadre che hanno nel quarto periodo il loro quarto migliore, per motivi diversi. Boston perché spesso alla ripresa si distrae e deve rimontare o risistemare le cose, i Nets perché nonostante il talento non troppo diffuso sono una squadra di bulldogs ben guidata da coach Atkinson e sostenuta con un’enfasi non vista nelle ultime due stagioni dal popolo di Brooklyn, che è sì NY, ma è una città nella città, con un orgoglio tutto particolare. Stanotte son state confermate entrambe le cose: Boston si è distratta (ma nel secondo quarto) e ha dovuto vincere due volte la partita, BKN ha addentato i Celtics in ogni modo possibile, anche se alla fine hanno alzato bandiera bianca in anticipo. Nel secondo quarto, toccato il +17, in meno di 9 mins i Celtics han messo insieme 7 perse e 6 piccioni sparati a caso, per 13 possessi di buio che han fatto rimontare i Nets fino al 60 pari, e poi portandoli in vantaggio di 1 un paio di volte. La scossa è venuta da Horford (17-5-8 con ¾ da 3, alla faccia dello stretch 5..) e IT4, oltre che da Marcus Smart: pochi giocatori rendono così indifferente la loro importanza rispetto ai punti segnati: il suo score dice 4 (2/10) ma poi mette in fila 8r, 8ass, 2 rec, 1 stoppata, e tutta la potenza del suo “di qui non si passa”. Brooklyn ancora senza Lin: dal momento dell’infortunio della loro pg i Nets sono 2W e 7L, ma ora J-Lin dovrebbe esser pronto per il ritorno. Ottimo 40% bostoniano nelle triple.

THE PALACE, AUBURN HILLS. MIAMI HEAT 84 – DETROIT PISTONS 107
Miami ha perso un’altra partita, il suo Tyler Johnson ha perso un altro dente (non è uno scherzo, è successo di nuovo ed è la terza volta che finisce dal dentista quest’anno). La malattia degli Heat non è ben identificabile, ma di certo non è una squadra compatta come ci si poteva aspettare date le credenziali di coach Spoelstra. Né aiuta il perdurante infortunio di Justise Winslow. Forse Pat Riley potrebbe far partire la ricostruzione in maniera definitiva, mettendo (già molti i rumors in proposito) in trade Dragic, tanto per cominciare. Detroit vince facile, mettendo in mostra Bimbone (18+15, 4 rec e 4 stoppate) e KCp (22-5-2). Sono noni nella Eastern, a una gara di distanza dagli ottavi, ma devono mettere a posto il loro gioco sulla strada, perché fuori casa sono 1W/7L.

TOYOTA CENTER, HOUSTON- TORONTO RAPTORS 115– HOUSTON ROCKETS 102
Prima W nel viaggio ad Ovest per i Raptors. Ottenuta d’autorità e di squadra contro il one man show numero due della NBA. Numero due non tanto per redditività quanto perché Harden coinvolge i compagni un po’ più di quanto non faccia Russell Westbrook: quello di Houton, insomma, è uno show un po’ meno ossessivo. Stanotte non hanno funzionato molto né Harden (in ogni caso 29-6-15) né i compagni, soprattutto nella prima metà, qunado Houston ha totalizzato 3/20 nelle triple (finiranno 14/42). I Rockets si sono avvicinati ai Raptors un po’ nel finale, ma non sono mai scesi sotto i 7 di svantaggio. Grande gara di Valanciunas (15+16) contro il povero Capela, che non è un centro e ha subìto per tutta la gara quello che, sempre stanotte, il povero Myles Turner di Indiana ha subìto da Howard: la stazza.

AA CENTER, DALLAS. LA CLIPPERS 124 – DALLAS MAVS 104
I Mavs fanno con quell che poco che hanno, e almeno riescono a superare quota 100. Sono sempre senza pg’s ma almeno è tornato Dirk-one. Ingiocabili per loro questi Clippers. Doc Rivers, vista la facile partita, lascia molti minuti per scatenarsi a suo figlio Austin (22 con 6 triple su 7) e a Speights (16+12). I segnali che possa essere una stagione insolita continuano: dopo il 9/14, un 6/9 di DAJ dalla lunetta. Per i Mavs 22 di Barnes, 18 di Wes figlio di Wes e 12 rimbalzi di Bogut.

ORACLE ARENA, OAKLAND. LA LAKERS 106 – GS WARRIORS 149
Per vendicare la sconfitta patita allo Staples center una decina di gorni orsono, I GS Warriors usano le maniere forti e arrivano ad un soffio dai 150 segnati. Durant 28, Klay 16 e Steph 31, e di loro tre solo KD ha più minuti (30) che punti. Altro mirtillo: Ian Clark 21 con 5/5 da 3 (nelle triple è al 44% in stagione). Leggermente infortunato Randle, parte per i Lakers in quintetto Brandon Ingram e la Seconda Scelta Assoluta si comporta bene: 16-3-1. Sconfitta pesante nel punteggio, ma intacca in alcun modo il gran morale di questi Lakers di inizio stagione.

VIVINT SMART HOME ARENA, SALT LAKE CITY. DENVER NUGGETS 83 – UTAH JAZZ 108
Torna George Hill, ma resta fuori senza data di ritorno Favors. I Jazz, se riuscissero a giocare a ranghi completi (mai accaduto quest’anno ancora), sarebbero in scioltezza la quarta forza della Western Conference, invece sono 8-8, costretti a lottare tra settimo ed ottavo spot. In ogni caso, stanotte hanno avuto ragione facilmente dei Nuggets da-Gallizzati. Oltre a Hill (22-5-3) in evidenza Gobert (19+13).

SMOOTHIE KING CENTER, NEW ORLEANS. MINNESOTA T’WOLVES 96 – NO PELICANS 117
Gara non bella tra franchigie finora deluse e deludenti. KLa spuntano quelli che, dentro, hanno più speranza di riemergere: i Pellicani, che sono in zona di record positivo da quando è tornato JRue Holiday. Per lui 7-8-1, per Davis soltanto 45+10. Intanto, in casa Lupacchiotti, da un lato si registra una delle poche gare a vuoto di KAT, sullo stesso lato si conta l’ennesima nottataccia di Wiggins (2/19), e da un’altra parte Zach LaVine, il migliore stanotte coi suoi 26pti, inizia a far girare suoi video in cui prepara lo slam dunk contest 2017: stacco dalla lunetta e Three-Sixty in volo…….

GOLDEN1 CENTER, SACRAMENTO. OKC THUNDER 101 – SACRAMENTO KINGS 116
Lo One Man Show più ossessivo della NBA comincia ad essere anche un po’ ridicolo. I Thunder perdono ancora, è la terza in fila e la settima sulle ultime 10. La aprte davvero imbarazzante è che Westbrook continua ad accumulare stats, ma passa la palla solo quando la sua squadra è sotto in maniera quasi irrimediabile. I Kings, che cominciano a beneficiare della cura-Joerger, sono una squadra contro cui quest’anno bisogna giocare sul serio per tutti i 48’ previsti. Inoltre hanno un DMC davvero stellare: 36+13 in 35 mins. Non solo lui, comunque: bene anche Gay (17+9) e Kougos (9+10), oltre che il collante Garrett Temple: ha difeso e segnato, e ha negato con un fallo su Adams che RW (31-11-9) mettesse in fila l’ennesima tripla doppia, negando l’assist. Siamo certi che non lo ha fatto per caso, perché quest’anno i Kings hanno una testa ed orgoglio.