Sul sito ufficiale del Basket Brescia Leonessa sotto la voce “roster” si trovano le foto di tutti gli atleti protagonisti di questa stagione cestistica, e in breve qualche notizia “tecnica”; a fondo pagina ci sono anche le fotografie di sei giovanissimi “aggregati”, termine tecnico che definisce atleti giovani e promettenti che si allenano con la prima squadra, pur continuando a disputare i rispettivi campionati di categoria riferiti alla loro fascia d’età.Da quest’anno, due di loro vengono convocati per la partita settimanale come undicesimo e dodicesimo a referto, per essere in regola con ciò che prevede il regolamento.

Nella maggior parte delle partite questi due giovani sanno bene che non entreranno neppure pochi secondi sul parquet, fatte salve poche eccezioni. Ma nella Centrale targata Andrea Diana, che ha già stupito in positivo sotto diversi aspetti, proprio la settimana scorsa durante la vittoriosa gara disputata a Casalpusterlengo, uno di essi è stato messo in campo dal coach, per proporre un inedito quintetto a riprova della grande duttilità tattica che caratterizza la formazione di questa stagione.

Alessio Bolis, questo il nome dell’esordiente, classe 1997, 188 centimetri e 85 kg, ma scritto così non mi dice granchè, invece volevo capire meglio chi fosse e quindi come contattare un giovane dei nostri giorni se non attraverso un social network.

Alessio è disponibile, a casa ammalato, forse la “febbre” da esordio è proseguita dopo giovedì sera, quando è stato chiamato da coach Andrea Diana ad entrare in campo. “Ero pronto”, mi dice, anche perché lo stesso coach lo aveva preavvisato nello spogliatoio: “Tieniti pronto”. “Io ero calmo, lo staff ha lavorato molto bene per farci conoscere i giocatori avversari, quindi, sapevo come avrei dovuto difendere sul mio diretto avversario”.

Alessio è modesto, mi dice che lui è il “tappabuchi”, quando tra i giovanissimi c’è uno assente, chiamano lui, per l’esordio non può quindi non ringraziare Diana per la fiducia che gli ha riconosciuto in quello specifico istante di gioco. Realisticamente, sottolinea c’era anche una condizione particolare, l’assenza di due play e Fernandez gravato di due falli dopo pochi minuti; tutto vero, ma io ribadisco che potevano esserci altre soluzioni invece il coach ha scelto quella che vedeva Alessio protagonista. A riprova di tutto questo, le parole di Andrea Diana al termine della gara sono state: “Ho fatto esordire, ad un certo punto, anche Alessio Bolis, perché c’era bisogno di tutti e lui è un giovane che sta lavorando bene”.

Ecco appunto, lavorando bene, Alessio “lavora” a tempo pieno per il basket, suo amore da sempre. Alessio ha iniziato a giocare a basket giovanissimo, come lui stesso mi descrive.”Arrivo da una società abbastanza piccola, Polisportiva Adrense, ma che non ha mai fatto mancare niente ne’ a me ne’ ai miei vecchi compagni di squadra. Ho giocato ad Adro fino all’under 14, poi in prestito a Brescia, regionali di categoria dove mi sono perfezionato tecnicamente e atleticamente, lavorando sodo perché mi resi conto di essere più indietro rispetto a tanti coetanei. Proseguo la categoria con New Best Basket a Mazzano e ritorno nelle giovanili del Basket Brescia con l’under 17, campionato di eccellenza, e a seguire l’under 19”.

Ovviamente come per tutti i ragazzi c’è pure la scuola (ITIS di Palazzolo) ora al quarto anno e tra allenamenti, partite, convocazioni in prima squadra e trasferte, Alessio studia nei ritagli di tempo, sul pullman che lo porta in palestra, durante l’intervallo a scuola, nelle ore buche, ecc. Tutto questo perché il basket, dice, è la mia passione e vorrei farne anche una professione.

Certo, per Alessio “solo” ottanta secondi in campo ma non ottanta secondi a fine gara quando la squadra vince di venti/trenta punti, ottanta secondi in un frangente dove ogni singola azione può ancora condizionare l’intera partita che, tra l’altro, non era neppure iniziata nel migliore dei modi.

Il mio augurio e quello della redazione è che questi possano essere i primi ottanta secondi di una fantastica avventura, con l’augurio che duri una vita, un po’ come chi in ottanta giorni, fece il giro del mondo.

Alessio, un esempio per chi, impegnandosi a fondo come lui, possa raggiungere alti livelli nello sport come in altri ambiti; ma un esempio anche per chi pur impegnandosi con costanza, agli alti livelli non arriverà mai ma, ciò non toglie che il viaggio avventuroso possa compierlo comunque, perché spesso il viaggio è più interessante della meta stessa.

Basket forever